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“Il carrello vuoto”. Di Claudio Vainieri

N.2

Spiragli di luce e angoli di buio si confondevano in un cielo che non regalava la sua forma definita.

Michele La Porta aveva concluso la giornata di lavoro. Impiegato presso l’ufficio anagrafe, le giornate trascorrevano a digitare e inserire dati. Segni particolari, colore degli occhi e professione. Dati aggiornati e nuovi documenti emessi.

Uscì dall’ufficio e vide un burattinaio che intratteneva i passanti. Con le mani muoveva i fili, le persone scorrevano e venivano ipnotizzate dai suoi giochi di ombre. A circa un metro di distanza, l’orologio della torre vicino al campanile era bloccato. Il meccanismo che lo faceva funzionare si era inceppato e nessuno provvedeva alla riparazione.

Pochi passi e raggiunse l’auto. Percorse un marciapiede dove le buche parevano ostacoli che il tempo non voleva sistemare. Entrò in macchina e le prime luci della sera mostravano i loro colori.

Un profondo respiro e partì.

Percorreva l’asfalto e scorrevano i pensieri. Varcava dal lunedì al venerdì l’ingresso dell’ufficio anagrafe. Una porta antica con strati di vernice marrone,  appena si varcava la soglia si sentiva l’odore della carta vecchia. Schedari e archivi popolavano le pareti. Il vibrar delle stampanti scuoteva l’udito delle giornate.

Istantanee veloci i volti degli individui che transitavano ogni giorno nell’ufficio. In quella giornata, come nessun altro giorno che ricordasse, le persone avevano richiesto nuovi documenti di identità. Tante le carte di identità smarrite in quella giornata, metri di carta transitarono tra le scrivanie.

Negozi aperti, luci, neon e brulicare di persone. Vetrine che si alternavano, code di automobili che si formavano e si esaurivano nelle vicinanze dei semafori. Tre chilometri di asfalto e arrivò a destinazione. Era davanti al Grande Centro Shopping Center, una immensa struttura piramidale.

Le folle serpeggiavano all’ingresso. Giovani hostess regalavano sorrisi e l’aria era carica di densi profumi. Michele La Porta prese un carrello e iniziò il cammino tra  i reparti.

Una  fioritura umana sbocciava dietro gli scaffali. Toccavano i clienti le merci e le riponevano giù, le riprendevano e se le strappavano di mano. Gli altoparlanti diffondevano musica e le persone scorrevano tra i ritmi che generavano.

Frecce azzurre nel pavimento indicavano la direzione e  cartelloni sgargianti richiamavano gli articoli in offerta.

La merce riposava negli scaffali e alcuni lavoratori controllavano le date di scadenza. Prodotti venivano sostituiti e novità apparivano all’istante.

Intricato come in un labirinto Michele La Porta avanzava nel percorso e vibrava tra  pensieri.

La segnaletica del Grande Centro lo guidava, ma l’orientamento perdeva quando le folle  parevano spingerlo verso luoghi che non conosceva.

Respirò,  e i  passi lo portarono in reparti meno frequentati. Prodotti con nomi poco decifrabili erano chiusi in scatole. A pochi metri, pallide commesse del reparto biancheria avvolgevano gli acquisti in pacchetti. I clienti spingevano i carrelli e li riempivano, sfoggiavano i prodotti e scorrevano tra gli ingorghi che si generavano.

La musica di sottofondo fu interrotta e gli altoparlanti comunicarono:

“ Attenzione! Tra un quarto d’ora il Grande Centro chiude ! Siete pregati d’affrettarvi alla cassa!”

Una furia frenetica animò l’atmosfera.

Le corsie di Michele La Porta si concludevano e le luci parevano imbrigliate nel pavimento.

Aumentò il passo, la coda della cassa lo aspettava.

Attese il suo turno, la cassiera lo osservò con attenzione e disse:

“Signore il suo carrello è vuoto. Perchè è qui alla cassa per pagare?”

Un silenzio improvviso e sconosciuto parve colpirlo. Attonito, in un primo momento non rispose.

Quando l’eco dei vicini bisbigli lo raggiunse, alzò le spalle, caricò la voce e disse:

“Ora vado, la saluto e buona serata”

“Aspetti” gridò  la cassiera e Michele La Porta si voltò.

“Lei ha la nostra carta fedeltà? Essere cliente Grande Centro è importante!”

“No “ rispose secco.

“Lei è fortunato lo sa?”

“Davvero?” rispose sorpreso Michele La Porta

“Oggi è l’ultimo giorno per approfittare della nostra promozione. Se richiede entro la giornata la carta fedeltà le regaliamo un buono sconto di cinque euro. Questi sono i moduli da compilare per richiedere la carta fedeltà del Grande Centro. Può compilarli al nostro banco informazioni o su internet.

Non perda tempo! La ringrazio e buona serata”

Un anziano signore che aveva assistito alla scena, batteva il dito al polso e pareva incitarlo.

Michele La Porta con una mano prese i fogli, si allontanò con passi brevi dalla cassa e dagli sguardi curiosi.

Iniziò a leggere il modulo che la cassiera gli aveva consegnato. Nome, cognome e luogo di nascita, titolo di studio, email, professione e numero dei componenti del nucleo familiare. Lunghi questionari da compilare seguivano, dati da inserire e una nuova carta da creare.

Michele La Porta alzò la testa, l’illuminazione era così forte e artificiale che non permetteva di capire quale momento della giornata fosse. Prese il suo smartphone dalla tasca dei pantaloni per sapere che ora fosse, ma la batteria era scarica. Alzò di nuovo il capo alla ricerca di un orologio, ma non lo trovò e con la coda dell’occhio notò la presenza di una telecamera.

Il tempo pareva sfuggire al suo controllo e continuava a percorrere l’asfalto lucente con il carrello vuoto tra le mani.

 



Claudio Vainieri, classe 1982, vive in provincia di Milano.
Ha studiato Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Milano e nel 2018 ha pubblicato il romanzo L’Arte di Sparire (Calibano editore).

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