La Gran Loggia della Repubblica Ceca, la più grande istituzione massonica regolare del paese, celebra quest’anno il novantesimo anniversario della sua fondazione. Nel corso della sua storia la Massoneria ceca ha vissuto momenti di grande gloria e ha contribuito alla nascita della Prima Repubblica, ma è stata anche perseguitata e proibita prima dai nazisti e poi dai comunisti. La prof.ssa Jana Čechurová, una delle maggiori esperte del settore in Repubblica Ceca, ci racconta qualcosa della storia “segreta” di questa istituzione.
Che definizione di Massoneria darebbe a una persona che non conosce l‘argomento?
Nell’epoca moderna la Massoneria è una delle modalità possibili di associazionismo. Si tratta in realtà di una confraternita riservata primariamente agli uomini, anche se con il tempo si è sviluppata anche una massoneria femminile. La tradizione la fa risalire al periodo a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, in ambito ceco, invece, dalla metà del XVIII secolo. L’epoca moderna della Massoneria inizia negli anni tra il XIX e il XX secolo. Si tratta di un tipo di associazione organizzata internamente sulla base di livelli progressivi superati in un certo ordine, e ciascun grado racchiude un certo “segreto”. Man mano che si va avanti si ha un’ acquisizione progressiva di valori e di queste conoscenze ritenute “segrete” che, contemporaneamente, contribuiscono all’ aggregazione tra l’ élite che ne fa parte. A tutto questo va poi aggiunta anche l’attività caritatevole della Massoneria.
Che ruolo ha avuto questa Istituzione nella creazione dello Stato Nazionale Ceco?
Piuttosto “che avrebbe dovuto avere”, dato che esisteva realmente un piano studiato dalle principali personalità della resistenza nazionale ceca come František Sís secondo cui la piattaforma massonica sarebbe potuta servire per creare una base organizzativa per la resistenza, ovvero un’ associazione segreta che organizzava la resistenza nazionale e, contemporaneamente, comunicava con l’azione estera di Masaryk. Sís arrivò a questa idea sotto l’influenza del suo insegnante di italiano: Ugo Dadone, nel 1915 poi chiese ai propri amici cui piacque l’idea di incontrarsi e operare in un regime di semi segretezza secondo il modello italiano e portare avanti nelle logge l’attività di resistenza. Alla fine, però, ciò non avvenne perché iniziò la Prima Guerra Mondiale, molte persone coinvolte vennero arrestate e l’Italia divenne poi un paese nemico.
Molti sostenitori della teoria del complotto ritengono che la Massoneria sia un mezzo per controllare il potere e che i suoi membri si prefiggano la creazione di una specie di nuovo ordine mondiale. Pensa che ci sia qualcosa di vero oppure si tratta solo di speculazioni?
Se mi concentro su quello che conosco, ovvero la Massoneria ceca nella prima metà del XX secolo, allora la logica è in realtà opposta. Diventano massoni quelle persone che già fanno parte delle élite più alte, e queste sono vicine al potere, ma non è vero che la Massoneria sia il loro mezzo per arrivare al potere, ma dato che già fanno parte di un gruppo privilegiato, per loro essa diventa un’integrazione agli strumenti di aggregazione, per questo può essere catalogata tra gli strumenti moderni della cittadinanza mondiale. In realtà non hanno nemmeno bisogno di questi contatti dalla Massoneria perché, almeno nell’ambiente ceco, questa élite è molto ristretta e limitata, e queste persone si conoscono comunque da altri ambienti, dalla vita politica oppure da quella scolastica.
Oltre ad Alfons Mucha, che era un massone, quali altri importanti personalità ceche facevano parte della Massoneria?
Una caratteristica tipica dell’ambiente ceco è che la maggior parte dei membri delle logge è costituita dai rappresentanti della cosiddetta. intellighenzia, ma anche da artisti come Mucha, Stretti e altri, ma soprattutto dagli intellettuali come i professori universitari per esempio: Ladislav Silabak, Karel Wagner, Edvard Babák, Bohumil Němec e molti altri. E poi liberi pensatori come Josef Svatopluk Machar, il poeta Viktor Dyk, i fratelli Čapek, anche se questi non furono massoni a lungo. I politici e gli imprenditori non erano molto presenti tra i massoni.
La Massoneria sostiene e promuove valori quali la tolleranza, la libertà, la fratellanza. Pensa che questi valori abbiano ancora senso nell’odierno contesto sociale ceco oppure è un lascito folcloristico del passato?
È una domanda difficile. Si tratta di valore che sono eterni e importanti di per sé. La domanda semmai è quale sia la missione della Massoneria nella società moderna laddove lo stato e altri tipi di associazioni hanno assunto una parte di quelle funzioni che la Massoneria doveva assolvere. Ad esempio dal punto di vista della carità e dell’autoperfezionamento, essa avrebbe dovuto contribuire affinché la società stessa si sviluppasse migliorando la situazione sociale delle persone e la loro istruzione. Con il tempo queste funzioni sono sparite oppure sono nelle mani di iniziative private, quindi vi possono partecipare al massimo solo in parte. Quindi questi valori hanno un senso, ma la questione è in che misura questo tipo di associazione possa esercitare su di loro un’influenza reale. Ciò non riguarda soltanto la Massoneria, dato che si tratta di valori condivisi anche da altri gruppi.
Che cosa l’ha portata a scrivere un libro sui massoni cechi considerando che la Massoneria regolare non accoglie le donne?
Tutto ebbe inizio quando lavoravo presso l’archivio del Museo Nazionale dove ordinavo alcuni lasciti, e in alcuni fondi personali ho trovato delle cose legate alla Massoneria, e così 20 anni fa ho scritto un articolo in merito per una rivista divulgativa. Da ciò è seguito che quando qualcuno aveva bisogno di scrivere ad esempio di Mucha come massone, allora io avevo l’etichetta di quella che sa dove cercare le informazioni. Poi, quando 13 anni fa stavo pensando in cosa specializzarmi, all’epoca insegnavo presso l’Istituto di Storia Economica e Sociale, volevo un qualche tema di storia sociale e mi venne in mente che avrei potuto lavorarci, in realtà nessuno lo aveva fatto in modo accurato, ma nel contesto dello sviluppo delle élite ceche.
Oggi si ha spesso l’impressione che la società sia alla ricerca di valori sensati che l’imperante sfera privata non è capace o non è disposta ad offrire. Pensa che gli ideali della Massoneria potrebbero tornare alla ribalta?
Se qualcuno oggi vuole essere attivo nella corrente riformista e progressista, ovvero nella cultura postilluminista, allora qui può trovare un ottimo campo d’azione, ma l’offerta di gruppi simili è grande, e secondo me i massoni in questo sono un po’ arcaici, hanno un grande valore aggiunto nel rituale, nelle esperienze emozionali, anche se qualcuno magari dà la precedenza all’aspetto amicale, e non tutti amano il lato aristocratico, comunque l’offerta di attività e fratellanze simili è quantomai ampia.
Da una parte è possibile ravvisare in questa possibilità molto limitata di accesso al mondo della Massoneria un certo elemento antidemocratico, d’altra parte gli ideali della Massoneria mirano a migliorare il mondo. Non è un po’ contraddittorio voler cambiare il mondo nascondendosi però in un circolo chiuso?
L’idea di cambiare il mondo dall’alto costringendo ogni membro della società a lavorare su se stesso migliorandosi così dal basso è un concetto di derivazione illuministica, ovvero del periodo quando la Massoneria nacque. Ma se qualcuno vuole conservare questo status di élite, allora poi è naturale che lo difenda, anche se già le stesse quote associative e gli altri contributi finanziari possono di fatto regolare la partecipazione. Esistono molti altri gruppi che cercano di tutelare la purezza della propria base associativa, anche se non sempre ci si riesce. Non è democratico, non tutti quelli che ne fanno richiesta diventano membri, ma allora poi non sono democratici neanche tutti i club per uomini e i vari tipi di gruppi chiusi.
Giocano oggi i massoni cechi un qualche ruolo in politica?
Rispondo a questa domanda già da 15 anni, dato che ho buone relazioni con i massoni cechi, ma non ricerco né fornisco alcune informazioni su di loro. Io non sopravvaluterei comunque il ruolo di questa associazione così organizzata, né di quella di 90 anni fa né di quella odierna. La sua influenza deriva da altri legami, non da quelli organizzati nel gruppo. E questo non è cambiato. Il fatto che qualcuno si incontri fuori con qualcun altro è in poche parole più importante del fatto che facciano parte di un’associazione dal punto di vista dell’avvicinamento e dell’influenza interpersonale. Forse sono ingenua, ma così la vedo io.
La società ha un quadro mediamente negativo della Massoneria, forse anche a causa di questa chiusura, ciò è giustificato?
Io penso che per la società di oggi in realtà non cambi molto. Negli ultimi 20 anni sono successe così tante cose e di rilevanza così grande che il fatto che qualcuno frequenti una qualche loggia diventa assolutamente una cosa secondaria. Questa percezione negativa risale sicuramente al XIX secolo quando la Chiesa diffuse l’idea che nelle logge si tenessero strani rituali. Questi rituali possono anche sembrare strani, ma hanno un loro senso, rappresentano un processo interiore. D’altra parte è vero anche che ogni forma di aggregazione di una qualsiasi élite suscita sempre sospetto.
Che cosa ci possiamo aspettare in futuro dai massoni?
Quello che vedo io, quando entro in contatto con loro, è il tentativo di migliorare se stessi, e non soltanto nella conoscenza di se stessi e del proprio passato, che non è certo un male. Di sicuro nella carità i massoni rimangono indietro rispetto ad altre associazioni elitarie cosa che, come all’epoca della Prima Repubblica, è data dalla struttura della base associativa che si attiene ancora alla linea dell’attività universitaria.
Ha citato il ruolo dei massoni cechi nella creazione della piattaforma massonica della Repubblica Ceca. Ce lo può spiegare meglio?
Durante la costituzione della Massoneria ceca i massoni italiani ebbero un ruolo chiave dato che la Massoneria ceca attingeva a due bacini di personalità: da una parte quelli già attivi prima della Prima Guerra Mondiale, ma questi erano molto pochi, e fondarono la loggia Komenský e cercavano protezione a Parigi. E poi appunto Ugo Dadone e František Sís dopo la guerra si rifecero all’idea originale del 1915. E così Dadone spinse Sís a fondare la loggia Narod che è ancora oggi la loggia più numerosa qui. Dadone era una spia italiana, poi portavoce e attaché presso l’ambasciata, in generale il suo ruolo storico è abbastanza problematico, anche per questo faceva pressioni su Sís per mezzo della Gran Loggia nazionale di Roma affinché in Cecoslovacchia da un giorno all’altro varie decine dei più importanti rappresentanti delle élite ceche diventassero massoni, in realtà per quanto riguarda la Massoneria italiana, la questione rimane ancora aperta. Io penso che ciò fosse legato al fatto che, ancora prima della conferenza di pace, quando l’Italia nutriva ambizioni di superpotenza e i massoni italiani erano in competizione con quelli francesi per stabilire chi avrebbe dominato qui il campo. Per questo Sís ebbe a disposizione così tante persone, fece un grande reclutamento, avevo carta bianca, non dovevano superare il rituale di iniziazione perché si riteneva che avessero già dimostrato con la propria vita di essere all’altezza dei valori e degli alti criteri morali. E così la maggior parte dei massoni cecoslovacchi nel periodo tra le due guerre arrivò seguendo la via italiana che fu predominante fino al 1922 quando la Cecoslovacchia iniziò a cercare un altro arbitro in considerazione del peggioramento della situazione italiana con l’ascesa del fascismo. Alla fine il Consiglio supremo venne costituito in Svizzera e l’approvazione della Gran Loggia Nazionale cecoslovacca arrivò da Belgrado, cosa che rappresentava in realtà un compromesso. La Jugoslavia all’epoca era un alleato e non era una delle superpotenze. Dunque, senza l’iniziativa italiana e gli sforzi di Dadone e Sís la Massoneria cecoslovacca non si sarebbe sviluppata così in fretta.
Esistono ancora oggi dei rapporti privilegiati tra i massoni cechi e quelli italiani?
Questo proprio non lo so. Nel momento in cui i massoni cechi presero la propria strada si avvicinarono piuttosto agli jugoslavi, ma per il resto non avevano rapporti privilegiati con nessuno, nemmeno con i francesi. La massoneria cecoslovacca si concentrava piuttosto sui problemi interni e non era nemmeno troppo interessata ai contatti internazionali. La politica di Mussolini, e naturalmente nemmeno l’assassinio di Matteotti del 1925, non suscitavano troppe simpatie, ma rimane un fatto che le fondamenta della Massoneria cecoslovacca siano italiane.