Attore, fotografo, musicista e molto altro: Klez Brandar è un artista versatile che continua a dare il suo contributo al mondo dell’arte. Nato nel 1984 a Nantes, in Bretagna, Klez Brandar ha vissuto e lavorato in diverse città, tra cui Buenos Aires e Praga, dove attualmente risiede. Il suo percorso artistico spazia tra musica, fotografia e cinema rendendolo una figura eclettica nel panorama culturale contemporaneo.
Klez Brandar ha recitato in diverse produzioni cinematografiche e televisive, tra cui “Totems”, “Pastoral Spring” e “The Puzzle”.
Oltre a essere un attore, Klez è anche un fotografo di talento, noto per mostre come “Lusk Dizehan” (“movimento perpetuo” in bretone), un concept fotografico creato nel 2015 che cambia angolazione a ogni edizione (foto a colori, foto in bianco e nero, ritratti, esperimenti, ecc.) e dà vita a un libro, a una mostra o a entrambi per ogni edizione. Ha publicato con questo concetto: Lusk Dizehan // 06 (2021) e Lusk Dizehan // 07 (2022).
Nel campo musicale, Klez Brandar ha pubblicato diversi album che riflettono la sua passione per la musica folk, world music, rock, disco e jazz. Tra i suoi lavori musicali troviamo “Solitania” (2015), “Rivage” (2020), “Mangrove” (2022) e “Amazônia” (2024) e una decina di clip indipendenti create dal 2020.
Questi album rappresentano un viaggio attraverso diversi generi, culture ed epoche e all’inizio del 2025 ha pubblicato il suo primo vinile che raccoglie 12 brani in 7 lingue che riprendono brani di questi 4 album.
Klez Brandar è anche un appassionato di skateboarding, un’attività che ha influenzato il suo approccio artistico e la sua apertura verso diverse forme di espressione culturale.
Ecco alcune domande che abbiamo rivolto a questo artista, che ha rischiato di scomparire un po’ troppo presto.
Simona – Ciao Klez. Di recente mi hai detto che eri felice di essere vivo. Cosa ti è successo?
Klez – L’anno scorso ho compiuto 40 anni e spesso dico ai miei amici: ” Sono a metà della mia vita, se tutto va bene”. “E se lo guarda da un punto di vista antropologico o storico, è già una fortuna raggiungere i 40 anni, sapendo che l’età media durante l’Impero Carolingio era di 30 anni e 40 nel 1870. Infatti, sono felice, molto felice, di essere vivo, di respirare, di mangiare, di osservare le persone, di incontrarne di nuove, di lavorare al mio prossimo album, a un libro, di dire ti amo, lo voglio, non lo voglio, insomma di continuare a vivere… . All’inizio di aprile, mentre ero sul set di un film, sono stato accoltellato a 2 cm dal cuore. I dottori mi hanno detto che ero fortunato. Direi che cambia alcune prospettive.
Simona – Che ca…? Come è possibile che ciò accada? Quindi stavi per unirti ad Halyna Anatoliivna e Brandon Lee?
Klez – Aahahah. Esattamente. Come immagino altri meno conosciuti. Penso che i due che hai menzionato avessero una pistola. Io ho avuto la versione leggermente più tribale, con una bella lama. Ed è possibile perché… errare è umano, come dice il proverbio francese. Ma sì, resta un errore tremendamente grave. La lama è penetrata nella carne per 1,5 cm, tra le costole 6 e 7, e due centimetri più avanti si trova il cuore. Sono stato molto fortunato in questa disgrazia.
Simona – E ultima domanda su questo: come ti sentivi e come stai adesso?
Klez – In quel momento tutto stava andando velocissimo, c’era adrenalina e quindi ho sentito un po’ di dolore, il sangue schizzava ma ho reagito bene, con lo skateboard sono abituato al dolore. Ho perfino fatto una battuta con i paramedici sulla barella. Direi una battuta molto ceca… Ho detto: “Oh, sa, io sono francese e l’attrice è tedesca, stiamo combattendo due guerre mondiali, c’è ancora un po’ di tensione residua“. “Sono rimasti molto professionali, ma hanno riso di gusto. Poi arriva l’ospedale, i punti, gli esami, i controlli e la consapevolezza delle conseguenze, gli incubi, il sonno di merda, ecc. È decisamente meno divertente. E ora che sono passate alcune settimane, posso dire che c’è un post-trauma.
Simona – Bene, buona fortuna. Immagino che ci vorrà del tempo e che i risultati potrebbero variare.
Klez – Esattamente. E sinceramente non ci sono abituato a gestire una situazione cosi ahha, le ultime settimane non sono state facili, ma ogni giorno mi dico: “Sei vivo, maledizione“. È davvero buono. La cosa interessante, beh non so proprio quale aggettivo usare… diciamo interessante, è che il mio prossimo libro si intitola “Healing In Process“. Uscirà a giugno. E non è tutto, l’ultima canzone che ho registrato parla di morte, mentre in generale non sono questi i temi che tratto. E infine, la settimana scorsa, con tutto questo in mente, mi sono avvicinato alla finestra, ho guardato a sinistra e un enorme vaso di fiori è caduto da un edificio vicino, per 20 centimetri, su un ragazzo che aveva un braccio ferito. Non chiedermelo… non lo so. Per ora vedo qualche spunto di riflessione, niente di più.
Simona – Di cosa parla Healing In Process?
Klez – Sarà un libro molto carino (beh, lo giudicherete voi) che unisce la poesia, in particolare gli Haiku (brevi poesie giapponesi) e le fotografie analogiche. Ci sono voluti quattro anni, a me e al mio amico Marko Luth. Non volevamo avere fretta e volevo che le foto fossero a colori, scattate con la mia vecchia macchina fotografica del 1978. La lentezza è un lusso nel mondo moderno.
Simona – Senza dubbio. È vero che negli ultimi anni il mondo ha subito una notevole accelerazione. Altri progetti in corso?
Klez – Si, molti cambi. Bene, continuiamo a vivere ed evitiamo di farci accoltellare, perché è ironico essere accoltellati in una delle città più sicure del mondo. E poi, sì, sto lavorando a “Mare Cognita“, il mio quinto album, che si prenderà anche il suo tempo. Ci saranno due canzoni in italiano, una delle quali è già stata registrata e si intitola “Magari“. È una canzone allegra che ho registrato dopo il colpo di coltello, vedremo come andrà. Mi sentivo un po’ “velata” dentro, ma ho dato tutto perché la gioia risuonasse. In fondo, non è forse questa una delle cose che contano di più?
Simona – Infine, puoi consigliarmi un libro, un film o un album che ha avuto un impatto significativo su di te di recente?
Klez – Il film che magari mi ha piacuto di più negli ultimi due o tre anni è siguramente” Le Otto Montagne ” di Felix Van Groeningen. Adoro quasi tutto quello che ho visto di questo regista belga. Questo film e diverso del altri che ha fatto. Se mai leggesse questa intervista mi piacerebbe molto girare un film con lui, ahaha. Nelle Alpi Italiane o altrove. Parlando più seriamente, il film è, secondo me, molto sottile e ci ho pensato spesso. Per quanto riguarda la musica, potremmo scrivere un’intervista di 100 pagine perché da quando il mondo moderno ha iniziato a registrare, c’è stata tanta bellezza, tante perle musicali o anche pezzi semplici ed efficaci. Lo stesso vale per i film e i libri, tra l’altro. Quindi, prenderò il mio ultimo “coup de coeur”: “Blame” del gruppo Gabriels. Ho ascoltato quasi tutto il loro repertorio questi giorni. Hanno digerito in modo eccellente le influenze gospel, pop e jazz e il disco potrebbe essere del 1962 ma allo stesso tempo è molto contemporaneo. Vedrò se lo ascolterò ancora tra 10 anni… Infine, per quanto riguarda il libro, sono al mio terzo o quarto romanzo di Romain Gary (che firmava anche con lo pseudonimo di Émile Ajar solo postumo si scoprì che si trattava dello stesso autore)… se lo trovate o se volete trovarlo, leggete: “La vita davanti a sé” o anche “Chien Blanc” (“Cane Bianco” ?). È un autore di grande umanità, con un umorismo che ricorda un po’ il granito della mia Bretagna… Grazie.